The Sleeping Beauty,
so long Reclining in her dainty bed,
had risen up
with a devouring desire.
The Sleeping Beauty,
so long Reclining in her dainty bed,
had risen up
with a devouring desire.
Performance
con
Chiara Milesi
Marta Moiraghi
Sound Design
Eniac (Fabio Battistetti)
all’interno di
Green Desire/Desiderio Verde
a cura di Valeria Mancinelli, Elena Mantoni
e Camilla Pin
L’istinto. Il palesarsi o lo stare seminascosti.
Entrare, uscire: tracciare una traiettoria.
Esigere il movimento per un recupero dello spazio attraverso il corpo.
Il corpo del danzatore contemporaneo è un ipercorpo.
Un corpo in movimento, visto nella sua continua dialettica tra stato di equilibrio e disequilibrio, tra caduta e recupero e sull’oscillare da una parte all’altra. È un corpo nel quale si inscrive la realtà contemporanea dell’uomo del nuovo millennio.
Nel disegno degli spazi corporei e geometrie nell’aria e a terra, c’è tutto l’uomo, le sue emozioni umane che lasciano deragliare, attraverso un movimento progressivo, una porzione dello spazio urbano, appartenente al quotidiano della gente, verso una dimensione onirica.
Lo spazio quotidianamente percepito si trasforma in uno spazio dei desideri possibili attraverso le creature che lo popolano che declinano una presa di coscienza che vuole offrirsi come invito aperto a non interpretare le grammatiche dello spazio urbano così come sono strutturate, ma a rileggerle continuamente in un linguaggio sempre aperto a ciò che, apparentemente, sembra impossibile.
Ripensare il risveglio del corpo come una presa di coscienza del proprio spazio: dal sonno al sogno al risveglio che attualizza il desiderio e lo rende visibile e attuabile attraverso il corpo che si sveglia, si muove e prende posizione nel suo spazio possedendolo; riflettendo sulla decolonizzazione dello spazio pubblico, ripensandolo come luogo dell’incontro e della condivisione.
"Sonno", "Sogno" e "Risveglio" sono composte ed eseguite da
Eniac (Fabio Battistetti)
Chiara Milesi e Marta Moiraghi sono danzatrici per la Compagnia ArtéDanza, diretta da Alma Baldini.
Il titolo del lavoro è una citazione di Doris Humphrey, tratta dal suo libro “The Art of making Dances” (1958)