Come si costruisce una comunità? In quale luogo si contestualizza? Sappiamo ancora riconoscerle e ritrovarne una sfera poetica?
Questi sono alcuni degli interrogativi ai quali Pierfabrizio Paradiso cerca di rispondere attraverso questo nuovo intervento.
Scoprire un Bar qualunque, per caso. Decidere di frequentarlo per un determinato periodo.
Accoglierne le peculiarità e restituirne una visione trasversale.
Una bacheca che contiene 20 DVD nei quali, attraverso le sequenze fotografiche del gesto catturate nell’arco di un mese presso lo Shakespeare’s Cafè di Via Ponzio a Milano, si narra la straordinarietà dell’ordinario: come tutto ciò che di più autentico e importante ci riguarda nasca e si riveli proprio partendo da ciò che consideriamo ormai noto, banale, per l’appunto abituale.
Una bacheca che offre la possibilità di un’altra memoria a coloro che, per un mese, sono stati i
protagonisti di questa storia ordinaria e che si preclude a coloro estranei all’esperienza del luogo, che diventa passaggio obbligato e indispensabile per la fruizione del lavoro.
Il lavoro di Pierfabrizio si lega sempre alla dinamica del luogo e alla potenza emotiva di cui è carico, cercando di capire, attraverso la quotidianità del Reale, che cosa si può intendere oggi per comunità, nel momento dell’empasse del concetto di Appartenenza; e quanto lo scenario in cui la nostra vita inconsapevolmente si svolge possa influire sulle necessità dell’Uomo di aggregarsi e ritrovarsi.
Un luogo non è mai per se stesso ma si carica del valore emotivo di chi lo abita e da come questo viene vissuto: Un comportamento urbano spesso scaturisce dalla sinergia tra una condizione di privazione e l’attivazione di un’originale capacità immaginativa di soluzioni alternative a quelle tradizionalmente previste.1
L’abituale come nuova fonte di interrogativi su chi siamo e di cosa siamo fatti, per ripartire dal
principio verso molteplici e sempre differenti ipotesi di discorsi possibili.
1 Paolo Cottino, “La Città Imprevista- Il dissenso nell’uso dello spazio urbano”, 2003, Eleuthera, Milano